Negli ultimi anni il calcio ha subito un’evoluzione che per certi
versi ha condizionato l’interpretazione delle gare. La fantasia e l’estro non muoiono, ma
nostalgicamente passano il
testimone ad una mentalità rivoluzionaria
e innovativa, fondata su di un calcio fatto di ritmi forsennati ,
esasperazione del pressing, e una straripante salute atletica.
Tutto ciò porta al decadere di
un credo monotematico che ha reso famosa l’Italia, ossia “catenaccio e
ripartenza”, abolendo o negando inevitabilmente i connotati di un canovaccio
guida che ha contraddistinto i cultori del calcio nostrano e non solo.
Nel dare un punto di partenza storico
a questo cambiamento
dobbiamo riferirci alla metà degli anni ‘80, periodo in cui un certo
“Arrigo Sacchi”, tra lo scetticismo dei tanti, comincia a far
parlare di sè. Sacchi è da considerarsi un autodidatta,
studia e si aggiorna a 360 gradi, ma soprattutto e’ un ammiratore del calcio olandese che, per
capacità’ atletiche e interpretazione, è lontano da quello italiano già dagli
anni ‘70. La filosofia di Sacchi si fonda
sulla cultura del lavoro sul campo, sulla miscela di allenamenti
atletici esasperanti e tattica provata e riprovata in modo maniacale.
Nella sua avventura Sacchi
è affiancato dal professore
Pincolini, “preparatore Atletico”, che contribuisce alla costruzione
dei carichi atletici, sconosciuti fin a quel periodo, destinati a
modificare l’allenamento calcistico nel tempo. La nuova filosofia porta al mutamento della precedente cultura di
allenamento, e il calciatore comincia pian piano a costruire una struttura morfologica e psicologica inevitabilmente
adatta ad un calcio moderno. A questo
punto la necessità’ di avvalersi di una
figura professionale che contribuisce in modo specifico all’organizzazione degli
allenamenti diviene d’obbligo per
tutte le squadre.
Inizialmente la figura del preparatore
non è stata vista di buon occhio,
e la domanda dei tanti e stata :“Angeli, o Demoni”? Bhe! La risposta si è
costruita col tempo, quando ci si è resi conto che come tutti gli sport anche nel calcio c’è la necessità di avere le
giuste competenza a riguardo; è quindi e
necessario che il tecnico usufruisca di una collaborazione specifica, in grado
di garantire una perfetta organizzazione dei cicli di allenamento.
Attualmente il preparatore rientra nello staff tecnico diretto e
coordinato dal tecnico, il suo compito specifico e quello di individualizzare, quando
possibile, il lavoro atletico di ogni calciatore, in modo da ottimizzarne il
rendimento e prevenire il più possibile gli infortuni. La collaborazione con il
tecnico è fondamentale, in quando è necessario
che il preparatore condivida, ma soprattutto sposi in toto, la mentalità
e le metodologie del tecnico. In questo modo
si rende possibile organizzare
e programmare le sedute in
relazione alle necessità
tecnico-tattiche e alle capacità richieste dal
momento.
Nel prossimo articolo saranno
presentate la struttura di una seduta, dunque le varie componenti che vengono
stimolate durante i cicli settimanali, e
la programmazione per obiettivi in relazione alle competizioni.
Siamo felici di comunicarvi che il Preparatore Atletico Prof. De Luca
Aniello collaborerà sul sito www.allenatoricalcio.blogspot.it.
Benissimo...lo dimostra il fatto che per un blog che parla di calcio...ci sia bisogno, per renderlo completo, della collaborazione, come sul campo, di un PREPARATORE ATLETICO....bravi...e grazie...perchè sarò un allenatore che vi seguirà....
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